ISSN 2283-7558

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PAESAGGIO E RESTAURO

PAESAGGIO E RESTAURO

segnaliamo > Giornata di Studio 14 giugno 2021

redazione
pubblicato il 08/06/2021

OPEN – Architettura e Rappresentazione del Paesaggio 
Master Universitario di II livello
Direttore Prof.ssa Maria Grazia Cianci

Il Paesaggio visto dalla parte del Restauro
Riflessioni preliminari, analisi, progetto e realizzazioni

Piattaforma Teams > https://rebrand.ly/qjisp0r

La giornata di studi intende volgere lo sguardo verso la conservazione e la valorizzazione compatibile del paesaggio sia esso naturale che antropico, attraverso gli occhi di chi lo studia, lo progetta, lo restaura e lo governa.
Parlare di paesaggio e di restauro porta l’attenzione verso un tema di grande interesse e soprattutto di grande attualità, quello della salvaguardia, del rispetto e dell’integrazione tra luogo e progetto. Quel paesaggio stratificato da secoli di culture positive e negative, condizionato da usi e da abbandoni, necessita di interventi puntuali e rispettosi. Averne rispetto vuol dire averne cura, vuol dire anche essere in grado di leggere e capire i segni del tempo, vuol dire massimizzare la loro conservazione, minimizzare le modifiche e intervenire con progetti colti ma allo stesso tempo concreti.
Parlare di paesaggio e della sua natura ci porta inevitabilmente a pensare dunque agli spessori, a quegli spessori intesi come la stratificazione costante di livelli che generano il palinsesto di cui ci parla André Corboz. Il paesaggio è trattato come una sovrapposizione continua di azioni, di aggiunte, di sottrazioni che generano spessori variabili. La parola “spessore”, dunque, allude a una matericità e a una pienezza di significato che assumono concretezza attraverso chi progetta il paesaggio e lo abita, trasformandolo nel tempo e nello spazio.
I paesaggi storici e naturali, i “paesaggi costruiti” che arricchiscono l’Italia ed in cui le trasformazioni hanno modificato solo in parte ma senza ancora sconvolgere il contesto, sono quelli in cui l’intervento va calibrato e orientato in base ai valori dell’esistente. In questi contesti bisogna mettere in primo piano la conservazione del paesaggio e in secondo piano la modifica compositiva; il progetto deve quindi partire da una profonda attenzione e rispetto per le stratificazioni di segni che connotano lo stato attuale per orientarsi delicatamente verso la trasformazione compatibile, la sola che produce quella qualità alta che il nostro patrimonio si merita e giustamente pretende.