pubblicato il 30/01/2021
Dopo anni di chiacchiere e di approssimazione, la terribile pandemia avrebbe dovuto impartirci una sonora lezione per farci comprendere la necessità della competenza. In realtà la competenza fondata sulla conoscenza è essenziale per capire la complessità della realtà. Oggi per affrontare un progetto consapevole di restauro bisogna possedere molti saperi in tanti campi diversi e avere la capacità di assumerne la regia complessiva. Infatti, le azioni che intraprendiamo comportano spesso pericolosi boomerang che possono portare al fallimento delle iniziative.
Tuttavia, a tutti i livelli abbiamo osservato il contrario: la fiera dell’incompetenza! Dai mesi persi nella scuola per i demenziali banchi con le rotelle alla farsa del super bonus del 110%, dalla penosa app Immuni all’insalata russa del Recovery Found, dalla incerta campagna vaccinale agli inopportuni padiglioni petalosi ... Insomma, sui problemi principali l’auspicabile ritorno alla competenza si è capovolto in un’approssimazione totale, peggio di prima!
Tuttavia, il mondo del restauro resta una piccola sacca di resistenza che si oppone alla superficialità e all’imprecisione che ci circondano. Esistono vere competenze di tante persone che sono consapevoli dei propri saperi, della conoscenza dei propri limiti e della passione per il proprio lavoro. È chiaro anche che nell’intervento sull’esistente queste competenze sono di fondamentale importanza e la loro mancanza genera mostri: basta dare un’occhiata alla pessima qualità dei progetti usuali di restauro...
Il problema è che queste eccellenze fanno fatica a diffondersi e a trasferirsi.
Forse dovremmo immaginare nuove modalità?