ISSN 2283-7558

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Nicola Santopuoli

Autore

Ricercatore di Restauro Architettonico Architetto, professore associato in Restauro Architettonico, in servizio presso la Facoltà di Architettura, della “Sapienza” Università di Roma, afferente al Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura di tale Università. E’ coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Architettura (Restauro). Dal 2015 è delegato del Preside per l’Orientamento ed il Tutorato della Facoltà di Architettura. E’ membro della giunta del Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura di tale Università ed è stato direttore del master in Gestione del Processo Edilizio – Project Management. Dal 2014 è socio del Centro di Studi per la Storia dell’Architettura Casa dei Crescenzi di Roma.
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Quartiere Coppedè a Roma

Il restauro negato tra ripristino e ricostruzione

Le immagini recenti del quartiere Coppedè di Roma, come pure di molti edifici liberty, ci mostrano opere nella maggior parte dei casi accuratamente rimesse a nuovo, soprattutto, ma non solo, per quanto riguarda le facciate, in cui prevale la volontà di voler ricondurre ai veri o presunti colori originali le superfici. Purtroppo, al di là delle intenzioni, questo modo di procedere rivela in realtà una scarsa attenzione conservativa ed una pratica di restauro responsabile, in vari casi, dell’irrimediabile danneggiamento delle opere oggetto d’intervento. I cosiddetti cementi decorativi, le vetrate policrome, le maioliche, i ferri battuti e gli stucchi sono i materiali che maggiormente caratterizzano l’esuberante decorazione naturalistica dell’architettura del periodo Liberty. Sono i cementi decorativi a costituire uno degli aspetti più innovativi collegati al periodo, soprattutto in rapporto al vivo dibattito attorno ai temi dell’arte e dell’industria.
Articolo tratto da recuperoeconservazione 93/2010

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Quartiere Coppedè in Rome

Denying Restoration between Recovery and Reconstruction

Materials which mainly characterize the exuberant decoration of the architecture of nature are called Nouveau decorative concrete, the stained glass, majolica, wrought iron and stucco. There are few specific research and even less about the technological and scientific insights, designed to investigate materials, manner of execution, precautions regarding finishes, the colors of the bodies, the implementation and so on. Early studies conducted by Gino Coppedè the neighborhood of via Tagliamento date back to 1907 and in ’27 the neighborhood was almost entirely built even if substantial changes were made to the general plan at the end of the work could be counted within the 10 district buildings, 18 villas and 7 intensive manufactured, for a total of almost 11 million ft^3 and 3.000 habitable rooms. The recent compromise of the quarter, primarily related to the last ten years, in some cases has led to the disappearance of original elements, especially with regard to fixtures and decorations, flattened when not permanently lost. The reasons which led the residents to take steps to avoid such a “mess” created by a sense of place, by an understanding of current historical and aesthetic values, as well as an assessment of the economic loss of property value, the inevitable consequence Recovery intervention.