Meno luce più valorizzazione
Oggi siamo costretti a osservare monumenti e interni di musei con il filtro di illuminazioni realizzate badando il più delle volte agli effetti scenografici e teatrali piuttosto che alla compatibilità con l’oggetto e con il contesto. L’esperienza proposta dal Museo Canova di Possagno è alternativa a queste logiche commerciali e pone in primo piano la cultura, la valorizzazione compatibile e la preparazione del visitatore.
"Lo spunto per una riflessione sul tema della luce nell’arte e nell’architettura storica me l’ha fornito una straordinaria serata inventata e organizzata dal Museo Canova di Possagno. Con una particolare attenzione alla valorizzazione compatibile della cultura, cosa non facile nell'era della spettacolarizzazione dell'uso dei beni culturali, il Direttore e il suo staff hanno proposto, a un limitato numero di persone, una visita notturna al lume delle lanterne. [...]"

Postverità e restauro
Nell'epoca della cosidetta "post-verità" come distinguere il vero dal falso nell'informazione e nella comunicazione? Le fake news come influenzano il campo del restauro?
"Mr. Bean, un pigro custode della National Gallery di Londra, per una serie di equivoci viene inviato a Los Angeles presso un museo che ha appena acquistato per cinquanta milioni di dollari il celebre ritratto Whistler, il più pregiato lavoro di un pittore americano, e le autorità statunitensi hanno chiesto alla National Gallery la presenza di un suo rappresentante per tenere un importante discorso alla presentazione del quadro. Dopo aver combinato una serie interminabile di disastri un giorno Bean, ..."

Restauri, riqualificazioni e recuperi
Un piccolo osservatorio, quello del Premio Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura, sicuramente parziale e in parte casuale. Tuttavia offre un panorama significativo che passa attraverso il setaccio di molte testate di architettura, associazioni di architetti, fiere, in Italia e all’estero. La cadenza biennale del concorso, consente anche di constatare alcuni cambiamenti che avvengono nel mondo dell’architettura, nelle città e sui territori.
Il Dedalo Minosse è un premio sull’architettura, che viene assegnato non agli architetti, ma ai committenti, siano essi pubblici o privati, aziende o costruttori, associazioni, enti, purché attenti oltre che alla qualità compositiva, all’innovazione, alla cultura, all’identità, all’inclusione, alla sostenibilità economica, sociale o ambientale.

Un’Associazione che cresce in Italia e all’estero
"Sono in Assorestauro fin dal 2007 e da allora l’Associazione si è molto trasformata, crescendo in importanza e autorevolezza e seppur in misura minore in numero di associati. Dico sostanza perché oggi Assorestauro siede ai tavoli istituzionali, ha consolidato il suo ruolo di player italiano e internazionale, è più strategica, ha consolidato i rapporti nel settore, ha stipulato accordi tra soggetti e istituzioni esteri, ha ottenuto ottimi risultati nell’ambito di progetti nazionali e internazionali.
[...] Assorestauro non va all’estero a costruire generiche infrastrutture per quanto molto più imponenti e importanti, ma comunque con progetti e attività ben definite. Noi all’estero dobbiamo adattare il nostro modo italiano di fare restauro al contesto nazionale e culturale che ci accoglie, dobbiamo conoscerne quel territorio e confrontarci con il loro modo di fare conservazione. [...]"

Lettera aperta ai protagonisti della ricostruzione
È da poco trascorso più di un anno dalla scossa che il 24 agosto 2016 ha squassato l’Italia Centrale e da quella ancora più tremenda che il 30 ottobre ha raso al suolo Amatrice e moltiplicato i danni nell’area già duramente colpita.
Scrivo questa lettera aperta ai protagonisti della ricostruzione dell’Italia Centrale in qualità di presidente di ARCo - Associazione per il recupero del costruito fondata nel 1990 da alcuni dei migliori architetti e ingegneri restauratori italiani che, osservando i danni del terremoto del 1980 in Irpinia, avevano precocemente capito quanto dannoso fosse stato l’inserimento di strutture rigide in cemento armato negli edifici storici costruiti in pietra, mattoni, legno e putrelle, con la pretesa di fortificarli. Gli studi e le sperimentazioni di allora hanno contribuito sostanzialmente alla “rivoluzione” che ha riportato in uso i materiali e le tecniche cosiddette “premoderne”, alle quali è stata riconosciuta l’efficacia antisismica, felicemente praticata per secoli, spesso disconosciuta nel corso del Novecento e oggi finalmente entrata a far parte delle norme in vigore.

Mura e porzioni di mura urbiche
Il Centro Studi, nell’ambito delle proprie finalità statutarie volte a diffondere le conoscenze tecnico-scientifiche e metodologiche riguardanti il costruito, con particolare riferimento ai problemi della conservazione, dell’adeguamento e del recupero, bandisce un premio rivolto ai professionisti e alle imprese qualificate nel settore del restauro e del consolidamento.
In linea con la figura e l’opera di Sisto Mastrodicasa, il bando è indirizzato a quegli interventi di restauro e di consolidamento caratterizzati da scelte atte a coniugare conservazione e sicurezza, qualità ed ingegno progettuale, sapienza costruttiva, maestria artigianale ed uso appropriato dei materiali e delle tecnologie tradizionali e innovative.
Il tema è così definito: “Interventi di restauro, di consolidamento e di valorizzazione eseguiti su mura o su porzioni di mura urbiche, inclusi casseri, bastioni, porte e varchi posti lungo la cinta muraria. Gli interventi devono essere stati realizzati nell’arco temporale 2000-2017”.

Castello Orsini Odescalchi di Bracciano
Il castello Orsini Odescalchi di Bracciano (Roma), che conserva parte degli elementi del XV e del XVI secolo, si presenta come un manufatto di grande qualità architettonica e artistica e di particolare interesse storico.
Sebbene il castello sia descritto in numerose pubblicazioni non esistono su di esso studi recenti. Sulla base di questa constatazione è stata avviata dal Comune di Bracciano e dalla “Sapienza” Università di Roma, con la disponibilità della proprietà Odescalchi, una ricerca che intende indagare la storia del monumento anche con il supporto di un nuovo completo rilievo architettonico, realizzato dall’Università con la tecnica dello scanner laser.
Nel numero precedente della rivista sono stati presentati il palazzo e le sue fortificazioni, prospettando l’ipotesi di un secondo loggiato nella corte. In questa seconda parte l’autore testimonia, anche attraverso una antica planimetria del castello, della presenza di una ulteriore loggia oggi scomparsa, delineando per il palazzo alcune ipotesi attributive.

Tecniche reversibili per gli Edifici Storici
Il percorso progettuale non può prescindere dal rapporto stretto con l’utilizzo delle risorse disponibili; economicamente si deve agire restaurando, recuperando sul necessario, identificando oculatamente le scelte degli interventi necessari, verificando le priorità e analizzando caso per caso tutti gli elementi costitutivi il manufatto. La verifica di compatibilità dei materiali, base per l’idea tecnico progettuale, va di pari passo con l’individuazione cosciente dell’uso appropriato dei componenti basandosi nella verifica della loro LCA di sostenibilità energetica.
Questo approccio progettuale consente di stratificare la memoria delle tecniche costruttive e della loro innovazione risaltando le peculiarità luogo.
Un approccio di restauro il meno inclusivo possibile: reversibile.

La via dei marmi in Versilia
Tra Pietrasanta e Seravezza si attesta un patrimonio diffuso di laboratori, segherie, depositi di lastre e blocchi di marmo, di sculture che cifra l’identità del paesaggio della Versilia storica. Tuttavia molti edifici non sono più utilizzati, altri sono adibiti a funzioni diverse. Nel complesso emergono i segni di un diffuso degrado che non investe solo i singoli episodi architettonici, ma si estende alle aree interstiziali e di bordo. Per fronteggiare questo processo d’ibridazione paesaggistica occorre procedere su più livelli di analisi con l’obiettivo di pianificare un progetto di riqualificazione che dovrà agire sia sulle stesse permanenze, sia sulla vegetalizzazione degli spazi di attraversamento e di confine.

IL RESTAURO DI UNA FACCIATA CINQUECENTESCA
L’approccio concettuale e le attività operative messi in campo per il restauro della facciata della Chiesa dell’Eremo di S. Caterina del Sasso non si discostano dalle prassi consolidate in casi similari.
Come ogni cantiere, però, nel quale ci si proponga di perseguire seriamente obiettivi di carattere conservativo, l’attività di indagine e di studio diventa essenziale per acquisire e stratificare conoscenze a partire dalle quali determinare il tipo e l’intensità delle azioni da attivare. Da qui la necessità che - pur nella obbiettiva limitatezza delle soluzioni tecniche disponibili, rispetto alla straordinaria varietà delle forme, dei materiali e delle condizioni di degrado - le attività di restauro, o di conservazione, si fondino e acquisiscano motivazioni dalla comprensione e dalla lettura del caso in esame nella sua acclarata unicità ed irripetibilità.
Il restauro della facciata, di cui qui diamo informazioni e alcuni dettagli, è stato dunque occasione di studi con analisi e approfondimenti che hanno consentito di giungere a più meditate decisioni operative.

Pietra e bronzi nell’architettura moderna
L’architettura razionalista offre una vasta casistica di materiali e tecnologie costruttive moderne e costituisce una sfida interessante nel momento in cui si rende necessario intervenire per il restauro di monumenti ed edifici. Costruita negli anni ’30 del ‘900 in pietra naturale, la chiesa di Predappio mostrava degradi per i quali sono stati impiegati approcci specifici. Le puliture sono state calibrate rispetto alla qualità delle superfici e alla causa della macchia o del deposito, secondo l’approccio metodologico del restauro tradizionale ma tenendo conto delle caratteristiche specifiche dei materiali analizzate mediante l’utilizzo di un laboratorio mobile. Nell’intervento era prevista anche la ricostruzione di un’ampia porzione del timpano caduta e con problemi di tenuta e statici. Si è proceduto al reintegro con metodi e materiali innovativi e leggeri in un’ottica di miglioramento delle problematiche strutturali. Il cantiere ha dimostrato, al di là di speculazioni teoriche, che il restauro dell’architettura moderna deriva metodi e tecnologie dal restauro dell’edilizia storica, restando invariato e chiaro l’obiettivo di conservazione della materia.
