Orgoglio italiano
I social media hanno fatto rimbalzare da un monitor all’altro a milioni di persone panorami di coste, montagne, vallate, scorci di facciate di edifici storici, borghi medievali, cascine, ecc. per non parlare di capolavori della pittura, della scultura, della musica e del vivere italiano. Ancora grazie ad una successione di immagini bellissime abbiamo lasciato correre lo sguardo sulle storie che da migliaia di anni si sono sovrapposte sulla nostra Penisola.
Questo prendere coscienza di essere una nazione depositaria di un patrimonio così straordinario ha fatto sorgere un inedito sentimento di orgoglio, si orgoglio è proprio il termine giusto, anche da parte di chi ne è sempre stato estraneo.
Italian pride
Thanks to Social Media millions of people have shared traditional Italian lifestyle and culture online. In these days we have seen many images portraying beautiful landscapes, mountains, medieval villages, old buildings and farmsteads; also Classical Italian art, sculpture and musical masterpieces.
Once again, through these images, we have experienced stories of what our Land has been through.
The awareness to be part of a nation with such a big cultural heritage, woke up a feeling of pride, also among people who have never had one.
IL TEMA DEL COLORE IN ARCHITETTURA
Rispetto ai decenni scorsi, oggi lo studio dei materiali e delle tecniche di tinteggiatura delle antiche superfici architettoniche ha compiuto notevoli passi avanti insieme ad un corrispondente recupero di manualità ‘tradizionale’. A questa maturazione operativa, tuttavia, non s’è accompagnata un’analoga maturazione di tipo concettuale né un’adeguata considerazione specifica del nuovo e urgente ‘problema del colore’ come questione di rilevanza urbana. Da qui anche l’introduzione, nella riflessione in materia, di concetti tratti dal campo della fisica tecnica, come quello di ‘strato’ o ‘superficie di sacrificio’, trasferiti in ambito conservativo senza un’adeguata mediazione.
Sovente si è esercitata una singolare quanto parziale idea di restauro e manutenzione che, isolando l’edificio dal suo contesto e allontanandosi dalla più generale riflessione in materia, ha finito col favorire una linea di vero e proprio ‘ripristino’ nei casi migliori, di ricoloritura disinvolta, più o meno all’antica, negli altri. [...] Le conseguenze di tutto ciò sono piuttosto gravi, tanto da mettere a rischio la stessa consistenza storica e le qualità documentarie degli edifici così restaurati. Accanto a tanti cattivi esempi, non ne mancano di buoni come il caso, cui si fa riferimento nel titolo, del Palazzo degli Ambasciatori a Roma, opera dell’architetto Gino Coppedè.
Colour in Architecture
Compared to past decades, the study of materials and painting techniques of ancient architectural surfaces has taken considerable steps. There is also a corresponding resumption of ‘traditional’ manual skills. This operational maturation, however, has not been accompanied by a similar conceptual maturation nor by an adequate specific consideration of the new and urgent ‘colour problem’ as a matter of urban relevance. Then concepts, such as that of the ‘layer’ or ‘sacrifice surface’, have been transferred from the field of technical physics to the conservation field without adequate mediation. A strange and partial idea of restoration and maintenance, isolating the building from its context and moving away from the more general reflection on the matter, ended up favouring a line of real ‘reperfecting’ in the best cases, while in others it was a matter of casual recolouring, more or less old-fashioned.
The consequences of all this are rather serious and put at risk the same historical consistency and the documentary qualities of the buildings thus restored. There is therefore a problem of conceptual and methodological clarification and, in parallel, also of adequate training of professionals and workers. Frequently we can see exaggerate interventions on the ancient surfaces while already only respecting the prudential recommendations of the always valid Italian Restoration Charter of 1972 could be done less and better.
In other words, it is a matter of succeeding in raising the practice of restoring plastered surfaces from today’s level to that which, after years of intense research, has been achieved in the field of the conservation of stone materials outdoors and, more clearly, of other figurative arts, sculpture and above all painting.
Alongside so many bad examples, there is no shortage of good ones like the case, which is referred to in the title, of the Ambassadors Mansion in Rome, a work of the architect Gino Coppedè.
Ogni limite ha una pazienza
Dobbiamo essere consapevoli dei limiti che sono fondamentali per abitare in modo intelligente la terra. Forse è giunto il tempo di cambiare il nostro modo di vedere le cose ed essere pronti per una nuova passione: la passione del limite. Averne una gran cura e coltivarla con tanta pazienza.
Every limit has a patience
We must be aware of the limitations that are fundamental to intelligently inhabiting the earth. Maybe the time has come to change the way we see things and be ready for a new passion: the passion of the limit. Take great care of it and cultivate it with such patience.
Retrofit energetico e tutela
Nel campo degli interventi di ristrutturazione e di restauro si riconosce un atteggiamento trasformativo che, cercando di rincorrere la massima prestazione possibile, in termini energetici, non sembra garantire le istanze della conservazione dei caratteri di interesse del patrimonio edilizio. Un’analisi più attenta al processo costruttivo e alle sue peculiarità in termini di comportamento energetico, potrebbe restituire indirizzi utili alla progettazione, anche al di là degli stretti limiti normativi, per ottenere edifici culturalmente interessanti e al contempo più performanti.
Energy retrofit and protection
Energy retrofit of existing buildings, as is usually defined, is a widely debated issue in literature, either both scientific and popular works. Particularly for historic and cultural buildings, the energy intervention cannot be promoted in terms of non-conservative transformation and adaptation. It is necessary to promote it as an enhancement with practices and limits similar to, for e.g., the reduction of seismic risk. Within the operative practice of energy retrofitting of existing buildings, as it is generally called, the lack of understanding of the existence of differences within buildings, in terms of materials and construction techniques, generates a widespread and senseless replacement of traditional components. Particularly the building envelope is the victim of those transformations, sometimes without concretely improving the energy performance of the building.
The main objective of conservator architects must be to promote the realization of energy efficiency upgrading interventions of historic buildings combined with a view of improvement and not adjustment. That is possible, following the restoration principles, by balancing the needs of conservation and those of performance.
The degree of unacceptable alteration of the character or appearance of pre-existing buildings, before European legislation and, only later, National one, as discriminant for the application or not of regulatory requirements relating to energy efficiency, is here declined in terms of physiological limit of transformation. If the European and National regulations talk, in particular, about alteration of "historic or artistic characteristics", we are convinced for an extension to the constructive and typological characteristics, both ad important value of basic historical building.
It should be noted finally, that energy retrofit of existing historical buildings cannot be conducted without deep knowledge of all the characters of the construction. The partial operation and reductive tendency of improving the efficiency of the single technological element, without having a clear overall knowledge of the building functioning, does not appear desirable. Therefore, the ‘key factors’ described in the paper are primarily aimed to providing a guide to understanding the many and varied aspects that characterize historic buildings.
… E LI DEFINISCONO RESTAURI!
Nella scorsa pillola dedicata a Ponte Sisto, si è tentato di chiarire, attraverso un esempio concreto, quando possa ritenersi legittima l’eliminazione di una sovrascrittura in un testo architettonico, rivelando una redazione precedente. Una condizione, quella delle sovrascritture, che in architettura, fatti salvi rarissimi casi, si riscontra pressoché costantemente in conseguenza di molteplici fattori: cambiamenti delle destinazione d’uso, mutazioni di gusto, eventi traumatici, ecc. [...]
I numeri della ricostruzione
Il viaggio condiviso con i lettori di rec_magazine è iniziato con la descrizione della storia della città di L’Aquila attraverso i secoli, passando per il sisma del 2009 per proseguire attraverso la descrizione delle principali fasi che hanno scandito il tempo ed i passi della ricostruzione. L’ultima tappa di questo percorso si chiude con un articolo dedicato interamente a quelli che sono, ad oggi, i cosiddetti “numeri” della ricostruzione della città di L’Aquila nell'intento di tracciare una sorta di bilancio di tutto ciò che è stato fatto fino ad ora.
La gestione dell’emergenza
Come purtroppo noto, l’Italia, a seguito dell’emergenza sanitaria, ha vissuto e sta vivendo un momento drammatico.
Accanto alla tragedia rappresentata dalle vittime del contagio, e su un piano certamente imparagonabile, il COVID-19 rischia di abbattersi come un flagello anche sull’economia e sulle attività professionali.
Dal punto di vista legale, le criticità sollevate dai restauratori sono molteplici e riguardano sia la gestione dei rapporti contrattuali interni sia dei rapporti verso l’esterno.
Come è possibile fronteggiare la crisi, in questo momento di incertezza?
Si può sanificare senza danneggiare?
Cosa succede nel caso in cui si verifichi la necessità di sanificare oggetti d’arte ed ambienti tutelati caratterizzati dalla presenza di materiali e superfici di pregio? Sanificare significa trattare gli ambienti, gli impianti, i materiali in modo da renderli rispondenti alle norme igieniche.
L’argomento è nuovo, suscita necessariamente molteplici interrogativi sulle modalità di gestione dell’emergenza e la letteratura sul tema è estremamente limitata.
Architetture educatrici
L’edificio scolastico accoglie la sfida del moderno in un continuo dialogo tra composizione architettonica e formazione del cittadino. Si propone una riflessione sugli edifici scolastici, luoghi in cui si intrecciano sia l’architettura sia la pedagogia e dunque l’educazione delle nuove generazioni, l’esito di ciò che siamo come cittadini e come comunità.
L’edificio scolastico è quel luogo della modernità misurato in cui impariamo a muoverci in uno spazio allo stesso tempo fisico e mentale. Per gli architetti del Novecento questa tematica è sempre stata rilevante, come risulta evidente dalla letteratura del ventennio fino agli anni ’60. Sono questi gli anni della sperimentazione e della ricerca, in cui possiamo riconoscere realizzazioni come quelle di Minnucci, di Quaroni e di Sacripanti, tutte tese a un progetto che superi il limite della costruzione dell’edificio stesso.
Educational architectures
School building design welcomes the challenge of modernity in a continuous dialogue between architectural composition and education of the citizen. I propose a reflection on school buildings is always topical, because architecture and pedagogy – the education of the new generations, the outcome of what we are as citizens and community – meet there.
The school building is the place of modernity that is both measured and invisible, because it is forever in front of our eyes. In it, we learn to move in a space that is physical and mental at the same time.
For the architects of the 20th century, this theme has always been significant, as the literature from Italy’s fascist period until the 1960’s shows. These were the years of experimentation and research, to which figures such as Minnucci, Quaroni, and Sacripanti contributed with designs that aspired to exceed the limits of the building.
La Cattolica di Stilo in Calabria
La Cattolica di Stilo è il più importante esempio di architettura religiosa di epoca bizantina presente in Calabria e uno dei più pregevoli in Europa. La sua forte identità architettonica si deve all’armonia della sua conformazione plani-volumetrica e ad un aspetto estetico che risalta ancor più in rapporto alla sua collocazione in un contesto territoriale suggestivo. Nel paper è descritto un processo conoscitivo relativo all’edificio monumentale articolato in tre fasi, volto a fare emergere elementi significativi sotto il profilo storico, architettonico e dei materiali edili. La dimensione interdisciplinare di indagine si è arricchita attraverso test di laboratorio volti alla caratterizzazione chimica di un campione rappresentativo che ha consentito di ricavare informazioni originali sui laterizi costituivi. Nell’insieme ne scaturiscono elementi di conoscenza interessanti, utili anche al fine di delineare possibili strategie di valorizzazione e di fruizione, che sono proposte nell’ultimo capitolo.
The Cattolica of Stilo in Calabria
The Cattolica of Stilo is the most important example of Byzantine-era religious architecture in Calabria and one of the most valuable in Europe. Its strong architectural identity is due to the harmony of its plano-volumetric conformation and to an aesthetic aspect that stands out even more in relation to its location in a suggestive territorial context. The paper describes a cognitive process relating to the monumental building divided into three phases, aimed at bringing out significant elements from a historical, architectural and building material point of view. The interdisciplinary dimension of the investigation was enriched through laboratory tests aimed at the chemical characterization of a representative sample that allowed to obtain original information on the constitutive bricks. As a whole, interesting elements of knowledge arise, also useful in order to outline possible enhancement and fruition strategies, which are proposed in the last chapter.
Palazzo Gulinelli rigenerato in modo sostenibile
Palazzo Gulinelli, di proprietà della Fondazione “Opera Don Cipriano Canonici Mattei”, le cui fondamenta più antiche risalgono alla fine del XV secolo, è un importante edificio storico situato in Corso Ercole I d'Este, in pieno centro a Ferrara, tra Palazzo dei Diamanti e il Castello Estense.
L’edificio è stato seriamente danneggiato dagli eventi sismici del 2012 che hanno coinvolto l'Emilia-Romagna. Questo evento calamitoso è stato motivo per la proprietà per affrontare, con l'aiuto di finanziamenti europei erogati dalla Regione e fondi propri, il restauro sostenibile del palazzo.
L’edificio polifunzionale certificato secondo il protocollo GBC Historic Building®, livello oro, ospita la scuola paritaria internazionale “Smiling”, una foresteria studentesca, gli ufficio della Fondazione Canonici Mattei e residenza.
Palazzo Gulinelli regenerated in a sustainable way
Palazzo Gulinelli, owned by the “Opera Don Cipriano Canonici Mattei” Foundation, whose oldest foundations date back to the end of the 15th century, is an important historical building located in Corso Ercole I d'Este, in the center of Ferrara, between Palazzo dei Diamanti and the Castello Estense. The building was seriously damaged by the seismic events of 2012 which devasted a large area of the Emilia-Romagna territory. This calamitous event was the reason for the property to deal with the eco-sustainable restoration of the building with the support of European funding provided by the Emilia-Romagna Region. Multipurpose building certified according to GBC Historic Building® protocol, gold level, it houses the "Smiling" international school, a student guesthouse, the offices of the Canonici Mattei Foundation and residence.
LABORATORIO ANALISI CENTRALE DI MAPEI
In Mapei, dove il vero motore dell’Azienda è la Ricerca & Sviluppo, il Laboratorio Analisi Centrale gioca un ruolo di fondamentale importanza per il contributo che offre nella diagnosi dei materiali e nella formulazione di nuove soluzioni e sistemi di prodotto. Per la linea di prodotti dedicati al restauro conservativo, il Laboratorio Analisi Centrale ha eseguito diverse indagini su numerosi campioni di malte prelevate nei cantieri di edifici storici, permettendo la messa a punto degli innovativi sistemi di risanamento della linea MAPE-ANTIQUE.
Al Laboratorio Analisi Centrale sono richieste altre numerose indagini finalizzate all’individuazione delle migliori soluzioni di intervento nei progetti di restauro conservativo.
MAPEI CENTRAL ANALYTICAL DEPARTMENT
In Mapei, where Research & Development is the real driving force of the Company, the Central Analytical Department plays a fundamental role thanks to its contribution in the materials diagnosis and the development of new solutions and product systems. As regards the product line for conservative restoration, the Central Analytical Department has carried out various analyses on numerous samples of mortar taken from historic buildings, allowing the development of the MAPE-ANTIQUE innovative systems for restoration.
Numerous other analytical investigations are requested to Mapei Central Analytical Department finalized to the identification of the best solution possible in a conservative and restorative intervention.
CAPRIATE E INCAVALLATURE LIGNEE
Ancora un appuntamento, il quinto, con le pillole strutturali dell’ingegner Giovanni Cangi, anche lui segregato in casa come noi tutti in questo scorcio di marzo. L’argomento di oggi è dedicato alle capriate lignee del patrimonio storico, altrimenti dette ‘incavallature’, destinate a sostenere le coperture a falde delle aule di grande dimensione, che siano navate di basiliche e chiese, mercati, ospedali, sale di assemblea o altri ambienti destinati al raduno di molte persone.
Francesco Giovanetti (Presidente ARCo)
Giuseppe Bagatti Valsecchi di Belvignate
“Lasciando la nobile casa baronale, liberamente aperta agli ospiti, puoi credere di avere percorso uno dei sontuosi palazzi del Cinquecento, al cui addobbo avessero servito tutte le arti e le industrie nostre fiorenti allora…”. Pietro Toesca
Architettura e interni nello stile del Quattrocento e del Cinquecento di Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi di Belvignate. Arredi dal secolo XIV al XVI.
L’associazionismo nell’emergenza Covid 19
In questo breve articolo l'Associazione, che quest’anno compie 15 anni, cerca di fare il punto della situazione a ormai due mesi dall’inizio dell’inaspettato arrivo dell’emergenza di Covid 19.
Da sempre realtà trasversale, che unisce necessità e istanze da tutta la filiera del restauro, Assorestauro ha avviato una serie di attività nella consapevolezza che oggi più che mai è importante rinnovarsi per stare al passo con il corso del tempo, che comprende molteplici variabili, tra cui una digitalizzazione imperativa.